Rappresentanza e onorabilità
By Massimo Brunetti In News On 2 maggio 2020
Il 23 aprile 2020 alla Camera dei Deputati, nel suo intervento in relazione al dibattito sul Decreto cura Italia, la rappresentante di Fdl ha dichiarato di non capire la misura dell’assunzione di personale veterinario se non con “un retropensiero verso gli animali” mentre “dobbiamo agire non con dei tecnici della prevenzione, ma con dei sanitari” dato che non c’erano “morie di vacche”.
Con questo intervento la rappresentante di Fdl ha dimostrato di non conoscere nel dettaglio il sistema sanitario mondiale che mette i Veterinari e i Tecnici della Prevenzione a vigilare il territorio non solo sulle “vacche” ma in tutti i processi produttivi, dal campo alla tavola in cui in un qualsiasi modo si generino alimenti di origine animale (bovini, ovi-caprini, suini, avicoli, lagomorfi, selvatici, miele…) controllando in questi ambiti i rischi di diffusione di qualsiasi malattia, anche di quelle derivanti dai processi lavorativi o dalle condizioni ambientali e non solo di quelle che colpiscono gli animali.
Non è il caso qui di richiamare tutte le reazioni argomentative già ampiamente divulgate, su tale aspetto e dell’offesa alla professione veterinaria di cui hanno scritto non solo tutte le rappresentanze veterinarie sindacali ed associative ma anche gli organi dello Stato quali Ministero e FNOVI.
Qui si vuole analizzare un altro aspetto che tale intervento svela.
Il processo della trasparenza, quale strumento di lotta alla corruzione, passa anche dalla capacità di qualsiasi sistema di comando dall’aver dimestichezza con le risorse disponibili ai fini sia dell’efficienza che dell’efficacia del sistema per prevenire e risolvere i problemi.
In ambito politico tale dimestichezza deve necessariamente tener conto, in via principale, delle risorse istituzionali al fine di aggiornarne costantemente la valutazione e rivalutarne la ragione di esistere.
L’incapacità della politica di muoversi secondo questo percorso rischia di generare spreco, sfiducia, burocratizzazione fine a sé stessa, ossia strutturazione di un terreno favorevole alla corruzione.
Che il ‘non sapere’ sia voluto o opera della non conoscenza ha certamente risvolti umani e di giudizio differenti, a parità di risultato, quando il ruolo rivestito non è pubblico rispetto a quando lo è. Quando il ruolo è pubblico, particolarmente quando è politico, il giudizio attiene sempre alla onorabilità della persona. Onorabilità in senso largo, non relegato alla definizione leguleia, ma corrispondente alle attese dei cittadini che si rappresentano in un incarico pubblico, ossia tutti, elettori propri e non.
L’onorabilità richiede cognizione di causa nel rappresentare, nell’aula più prestigiosa del paese, il Parlamento, l’incarico pubblico a cui si è chiamati. Cognizione di causa, dimestichezza con gli argomenti trattati, conoscenza, studio, riflessione sono espressione di quella onorabilità che dovrebbe permeare i politici prima di prendere la parola.
Questa onorabilità è mancata alla dr.ssa Baldini, richiamata a questo comportamento non solo dalla Costituzione quale deputato, ma anche dal Codice deontologico dell’Ordine a cui appartiene quale medico.
Qui si vuole dunque richiamare i cittadini al loro diritto di indignarsi di fronte ad un “Onorevole” che nel parlare di salute dei cittadini si è presentata alla Camera dei deputati e lo ha fatto senza prima consultare tutte le fonti di informazione istituzionali, messe a disposizione del Paese e dunque al servizio dei rappresentanti politici.
La dr.ssa Baldini non ha letto il documento del Istituto Superiore di Sanità, Ente pubblico al Servizio dello Stato, “Rapporto ISS COVID-19_n.17/2020” che contiene un dossier sul ruolo veterinario in ambito di prevenzione specifica per il COVID.
La dr.ssa Baldini non ha prima chiesto chiarimenti agli uffici ministeriali competenti e a disposizione della politica e qui si legga la risposta del Direttore Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari Silvio Borrello del Ministero della Salute.
La dr.ssa Baldini non si è rapportata con la rappresentanza esponenziale della professione veterinaria, la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari (qui si legga la risposta del suo Presidente Penocchio), ente sussidiario dello Stato, ossia esistente per supportare lo Stato e dunque fornire quelle informazioni utili ad acquisire cognizione di causa, dimestichezza con gli argomenti trattati, conoscenza, studio al fine di una riflessione che faccia di un deputato un Onorevole.
Se Le interessa conoscere un po’ di più la professione veterinaria, Le ricordiamo il grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni sul tema dell’integrità di questa professione, lavoro che continueremo a fare perché ne conosciamo l’importanza per la nostra salute, professionisti che anche loro mettono a rischio la vita ogni giorno.
Eva Rigonat